Nelle ultime settimane, in MyJob Laboratorio stiamo sperimentando l’uso dell’intelligenza artificiale come strumento di supporto all’orientamento professionale.
Attraverso momenti di inquadramento teorico e attività pratiche, il gruppo di lavoro sta imparando a considerare l’AI come “assistente virtuale” per definire un profilo professionale, redigere un curriculum funzionale a partire dalle proprie competenze e avviare una ricerca attiva di annunci di lavoro. Un passaggio significativo del percorso consiste proprio nel confronto tra quanto restituito dall’AI e le informazioni fornite, per valutare coerenze, distorsioni e nuovi spunti di riflessione.
L’intelligenza artificiale non ha coscienza né comprensione. Simula il linguaggio umano basandosi su schemi statistici appresi dai dati, restituendo le risposte che ritiene più probabili. Per questo è importante non attribuirle un’intelligenza “umana”, ma considerarla per ciò che è: uno strumento potente, utile, ma da orientare e gestire con consapevolezza.
L’AI si rivela realmente efficace solo quando le richieste sono chiare, dettagliate e inserite in un contesto definito. Nel nostro laboratorio lavoriamo anche su questo aspetto: su come costruire prompt efficaci, come leggere criticamente le risposte, e come orientare la conversazione per ottenere risultati sempre più pertinenti.
È importante ricordare che l’AI tende a fornire sempre una risposta, anche quando non ha abbastanza dati. E proprio per la sua capacità di generare testi ben scritti e coerenti, può indurre in errore: il suo limite sta nella sua stessa potenza. L’AI è in grado di “dire bene” anche quando “dice male”, costruendo affermazioni convincenti ma scorrette o infondate. È qui che entra in gioco il senso critico dell’utente.
Non si tratta di delegare scelte, ma di usare l’intelligenza artificiale per allargare lo sguardo, aprire nuovi scenari e stimolare la riflessione. In alcuni casi sono emerse possibilità inaspettate, che hanno arricchito il confronto all’interno del gruppo.
Il dialogo con l’AI non sostituisce la riflessione personale, ma è un mezzo attraverso il quale si compiono azioni concrete per orientare meglio chi è in una fase di cambiamento professionale o vuole riposizionarsi nel mondo del lavoro.
Ancora una volta, in MyJob Laboratorio si compiono piccoli ma significativi passi in questa direzione, con la consapevolezza che tecnologia e ascolto personale possono procedere insieme. Un percorso aperto, ricco di spunti e prospettive.
Per approfondire il tema, vi consigliamo la lettura dell’articolo di Daniele Savi al link: