Il tema non è nuovo, pensando che fu una bandiera della CISL nel secondo dopoguerra. Altrove, come in Germania si è affermato significativamente, mentre in Italia si è progressivamente perso prevalendo la contrapposizione netta tra capitale e lavoro. Ma negli ultimi anni molte cose stanno cambiando nell’organizzazione del lavoro; basti pensare a come il lavoro da remoto negli ultimi due anni ha contribuito a trasformare molti lavoratori in singoli professionisti per buona parte della settimana. E poi stanno sempre più emergendo aspetti del lavoro che vedono avvicinarsi oggettivamente gli interessi in ambito aziendale: l’impatto ambientale, per esempio; o la sicurezza, o il tema dei livelli salariali di riferimento. Uno dei propulsori di quest’idea da molti anni è Sandro Antoniazzi che non a caso ci invita ora a seguire online un incontro organizzato da Demos Milano per domani sera 4 maggio alle 18 come indica il manifestino qui di seguito riportato
Ho lavorato con sindacalisti tedeschi, e svizzeri che condividono grosso modo lo stesso modello. Esperienze limitate da cui non posso trarre generalizzazioni, ma che per quanto ho conosciuto io ho trovato negative.
Il sistema di partecipazione dei lavoratori spesso si traduce in una sterilizzazione del conflitto, non in una sua soluzione. Partecipare non coincide con decidere. Non so nelle piccole imprese, ma certo nelle multinazionali non conta assolutamente nulla che un rappresentante dei lavoratori sia nel cda, quando spesso non è neanche il cda a prendere le decisioni vere e importanti. Nel concreto poi il rappresentante dei lavoratori è tenuto a vincoli di segretezza, per cui il risultato concreto è che i lavoratori si devono fidare di quello che dice senza poter conoscere a fondo e discutere le sue argomentazioni. Tale lavoratore inoltre diventa sindacalista a tempo pieno, ha un ufficio, è sempre impegnato in riunioni… ci vuole una grande saldezza etica personale per mantenere chiaro il proprio ruolo e non diventare un funzionario aziendale.
La condivisione di obiettivi non nasce necessariamente da questo modello di partecipazione, ma può benissimo venire da una composizione degli interessi, la quale a sua volta può passare da fasi conflittuali. Il massimo esempio è lo Statuto dei Lavoratori del 1970 creato da grandi avversari, Lama ed Agnelli, e smantellato dal bulletto di Firenze.
A mio avviso è una grande palla che l’efficienza a lungo termine dello sviluppo industriale tedesco sia frutto di quella partecipazione e del basso livello di conflitto interno alle imprese. E’ piuttosto frutto della qualità degli investimenti pubblici e privati, e di una diversa etica della classe imprenditoriale che ha sempre puntato sull’eccellenza e non sul piccolo risparmio nel costo del lavoro.