Fonte: Avvenire
Secondo un’analisi condotta da Unobravo sono soprattutto le donne a cercare supporto psicologico per problematiche connesse al lavoro (66,3%, contro il 33,7% di uomini) e le persone che probabilmente si trovano nella prima fase della loro carriera professionale: il 62,9% ha tra i 25 e i 34 anni, mentre il 22,8% è compreso nella fascia che va dai 35 ai 44 anni. Quando lo stress lavoro-correlato si protrae nel tempo, si può incorrere nella sindrome di burnout, una condizione che presenta sintomi psicologici, fisici e aspecifici e che coinvolge un numero sempre maggiore di lavoratori. Per esempio, tra coloro che temono di soffrire di sindrome da burnout in Italia e che si sono sottoposte al test di screening gratuito, l’82,9% potrebbe essere a rischio, di cui il 61,6% a rischio elevato, mentre il 21,3% moderato. I problemi legati al benessere lavorativo sono avvertiti soprattutto in Lombardia (27%) e Lazio (10,6%), ovvero le due regioni più popolose d’Italia, nonché poli lavorativi per eccellenza per la presenza di Milano e Roma. Seguono, secondo l’analisi Unobravo, Emilia-Romagna (9,4%), Veneto (8,9%) e Piemonte (8,6%). Il Piemonte, in particolare, è la regione che, paragonando i dati relativi allo stesso periodo del 2023, mostra il maggiore incremento (+146,7%) rispetto alla media italiana, attestata al 109,7%. I problemi sembrano attenuarsi nelle regioni del Sud, e le regioni con le percentuali più alte in questo caso risultano essere Campania (5,6%), Sicilia (4,3%) e Puglia (4,2%). Andando ancora più nel dettaglio a livello geografico, i dati raccolti da Unobravo mostrano come a livello provinciale la percentuale più elevata di coloro che dichiarano di avere problemi di natura psicologica legati alla sfera lavorativa si registri a Milano (13,2%). Al secondo posto si posiziona la Città Metropolitana di Roma (8,2%), mentre al terzo si trova Torino (4,9%). Seguono Bologna (3,4%), Napoli (2,9%), Monza e Brianza (2,4%), Varese (2,1%), Bergamo (2%), Padova e Brescia (entrambe 1,9%).